ABOLIZIONE LEGGE FORNERO: COME ILLUDERE E CARPIRE IL CONSENSO……

Sin dal suo insediamento il cosiddetto “Governo del cambiamento” aveva promesso che avrebbe abolito, come da impegni elettorali, la legge FORNERO. Anzi, si arrivò a sostenere che il primo atto legislativo sarebbe stato proprio il decreto legge di abolizione dalle legge…..

Ma, si sa, le promesse politiche hanno sempre, come le bugie, le gambe corte….anzi cortissime…..!!!

Ebbene, a distanza ormai di alcuni mesi, contraddistinti più da tweet e annunci, come nella migliore tradizione “renziana”, siamo ancora in attesa dell’atteso parto circa l’ “abolizione della famigerata legge Fornero”.

Da parte nostra siamo dell’avviso  che è pura illusione……e i fatti, se ci saranno, riteniamo che ci daranno ragione.

Per il momento, però, siamo in grado già di dimostrare, con esempi e commenti, come si intende ingannare i lavoratori, anche quelli che, hanno avuto fiducia “nei novelli pinocchi” della politica nostrana.

Dopo confuse proposte fatte con annunci, spot, tweet, ecco cosa, come a noi risulta, veramente bolle in pentola. 

PROGETTO RIFORMA FORNERO (QUINDI NON GIA’ ABOLIZIONE COME SI DICEVA):

Possibilità di andare in pensione raggiungendo

  • “Quota 41”: cioè vantare 41 anni di servizio e/o contributi –effettivi- indipendentemente dall’età.
  • Quota 100: cioè età minima anni 62 e anzianità pensionistica minima anni 38, (la somma, quindi, essere pari almeno a 100).

Le possibili combinazioni, allora,  possono essere: 38 e 62, 38 e 63, 38 e 64, 38 e 65, 38 e 66, 39 e 62, 39 e 63, 39 e 64, 39 e 65, 39 e 66, 40 e 62, 40 e 63, 40 e 64, 40 e 65, 40 e 66

IMPORTO PENSIONE:

Accedendo al pensionamento anticipato, dal trattamento pensionistico spettante in relazione all’anzianità contributiva maturata, occorre però detrarre una penalizzazione, di cui si sta discutendo, ma che verosimilmente potrà essere  sicuramente  legata all’età ovvero agli anni mancanti per la pensione di vecchiaia che, secondo la legge FORNERO nel 2019 e 2020 sono fissati in 67 anni.
Insomma, una proposta “gattopardesca” nel senso “facciamo finta che….ma lasciamo tutto com’è”. Infatti, il perno del sistema pensionistico ovvero il punto di riferimento per maturare la pensione resta la legge Fornero, tanto che la  quota 100 e quota 41 sono destinate a quei pochi che possono permettersi una pensione ridotta che sarà tale per tutto quanto resterà da vivere.
Allora, “carissimi pinocchi del 2018”, non ci sembra che potete ancora parlare di abrogazione di un sistema, ma di “piccole modifiche” che agevolano la possibilità di andare in pensione, con il trucco, però, della penalizzazione calcolata sicuramente in riferimento ai requisiti Fornero che, quindi,  restano il traguardo naturale per chi vuole andare in pensione senza essere “penalizzato”.

Pur convinti che un ritorno al sistema pre-Fornero sembra allo stato di difficile praticabilità per gli alti costi che ne deriverebbero, si vuole solo sottolineare che è giunto il momento di fare politica in maniera coerente e senza illusioni, perché affermare che si sta abrogando la riforma Fornero, come fanno  con enfasi i “politici del cambiamento”, è UN INGANNO PER I CITTADINI, PER I LAVORATORI E PER LE FUTURE GENERAZIONI.

CERCHIAMO ORA, CON DEGLI ESEMPI, DI CALCOLARE LE POSSIBILI PENALIZZAZIONI

Il governo sembra che abbia sul tavolo due soluzioni:

  1. a) percentuale di riduzione della pensione che andrebbe da un minimo del 1% a un massimo del 1,50% per ogni anno di età mancante rispetto al requisito attuale di 67 anni di età previsto dalle legge Fornero. Insomma, per chi chiede di andare in pensione a 62 anni con 38 di anzianità è prevista una decurtazione del trattamento pensionistico da un minimo del 5% a un massimo  del 7,50%.
  2. b) calcolo del trattamento pensionistico, per chi chiede di andare in pensione con quota 100 oppure quota 41 di anzianità pensionistica, facendo riferimento al sistema contributivo dal 1/1/96 alla cessazione e che potrebbe comportare addirittura una penalizzazione intorno al 15% (secondo calcoli dei tecnici di fiducia del Governo). Questa sarebbe la proposta “partorita” da un certo dott. Alberto Brambilla, consigliere di fiducia del ministro Salvini in materia previdenziale.

Si badi bene nel 2019 tutti coloro che vanno in pensione con meno di 42 anni di servizio e/o contribuzione sono già soggetti al calcolo contributivo dal 1/1/96. Dal 2021,poi,  tutti saranno soggetti al calcolo contributivo dal 1/1/96, questo perchè perché tutti i pensionati, salvo casi rarissimi,  non potevano avere almeno 18 anni di anzianità al 31/12/1995 come prevede la legge 335/95. Di norma chi aveva 18 anni di anzianità al 31/12/95, al 31/12/2021 ne ha 44.  (Quindi a partire dal 2021 saranno rarissimi i pensionati col calcolo retributivo fino al 2011).

FACCIAMO ORA UN ESEMPIO DI PENSIONAMENTO ANTICIPATO 2019- DONNA ANNI 42 E MESI 3 DI CONTRIBUZIONE- QUALSIASI ETA’ VANTATA:

  • Docente scuola primaria nata nell’anno 1957. 
  • Cessazione dal 1.9.2018 con 42 anni e 3 mesi di servizio 
  • Importo pensione mensile spettante circa 1.750 euro- NETTI –

PENSIONAMENTO ANTICIPATO CON PROPOSTA GOVERNATIVA DI MODIFICA LEGGE FORNERO

  • Requisiti minimi – proposta governo – per la quota 100:  38 anni di anzianità e 62 anni di età.
  • Insegnante elementare nata nel 1957 che nel 2019 va in pensione con quota 100: 38 anni di contributi e 62 anni di età.
  • Avrebbe diritto ad una pensione mensile di circa 1.580 euro (calcolata in base all’anzianità di 38 anni) meno la penalizzazione (come da possibile proposta governo) che se ipotizziamo con il minimo di un 5%, la pensione netta sarà di circa 1.500 euro, se, invece ipotizziamo una riduzione del 7,50% avremmo una pensione di circa 1.460. Una pensione che, per effetto dell’anzianità di 38 anni rispetto ai 42 e della penalizzazione, porta ad una perdita secca di circa 250/300 euro al mese!!!!!

Fatto questo esempio, viene da chiedersi: è conveniente anticipare il pensionamento ? Chi ci ha illusi con la proposta di abolizione della legge Fornero, merita ancora la nostra fiducia ? Insomma, cambiano gli attori ma la trama è sempre la stessa…….parole tante, fatti pochi o niente, e parafrasando un vecchio film del 1985 di Carlo Vanzina ci verrebbe da dire:

 

SOTTO IL VESTITO ….NIENTE ….!

 (il colore rosso è per la vergona…..)