8 MARZO 2025: LA SCUOLA E’ DONNA ?

Nel giorno in cui si celebra la giornata internazionale delle donne ci piace evidenziare la situazione esistente nelle nostre scuole

Infatti, secondo i dati del ministero dell’Istruzione e del Merito  oltre l’80% degli insegnanti in Italia è donna.

L’Italia è il Paese con più quote rosa nel mondo della scuola tra quelli del Europa occidentale. 

Le donne docenti superano di gran lunga gli uomini docenti nelle scuole di ogni ordine e grado, con picchi che superano il 90% nella scuola di infanzia e in quella elementare.

Alla materna, le maestre rappresentano il 99% dell’intero corpo docenti, mentre nella scuola primaria il 96%. La percentuale si assottiglia, pur restando alta, quando si parla di scuole secondarie. Alle medie, le insegnanti donne sono il 76,5% del totale, alle superiori il 65,9%.

Però, se questo è vero per quanto attiene all’insegnamento, altrettanto non si può dire per quanto attiene alla dirigenza

La percentuale di donne “presidi” (è bello usare ancora questo termine per noi…) è più bassa di quella delle donne docenti, dato molto evidente nella scuola superiore, dove solo il 36% delle dirigenti è di sesso femminile. Un divario, certo, che si riscontra in tutta Europa, come sottolineato dal rapporto ‘Gender imbalances in the teaching profession’ dell’Oecd (Organization for economics cooperation and development).

C’è da essere “fieri” di questo dato di preponderanza del mondo femminile nell’insegnamento nel nostro paese ?

Ebbene, facciamo presente come  l’Ocse ha segnalato innanzitutto gli “stereotipi persistenti” che vedono l’insegnamento come una ‘cosa da donne’. Inoltre, hanno aggiunto dall’organizzazione, “le modalità di lavoro flessibili per gli insegnanti sono attraenti per le madri lavoratrici, mentre le differenze di salario relativo tra uomini e donne rendono l’insegnamento finanziariamente meno attraente per gli uomini che per le donne”.

Allora, siamo perfettamente daccordo con l’Ocse quando afferma che il vero cambiamento dovrebbe proprio partire dagli stipendi percepiti da chi insegna: “Migliorare il riconoscimento dell’importanza dell’insegnamento per la società, anche retribuendo adeguatamente gli insegnanti – hanno concluso dall’organizzazione –, potrebbe attrarre e trattenere buoni insegnanti indipendentemente dal sesso”.

Proprio il Consiglio europeo già nel 2021 ha promosso una risoluzione per realizzare “un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione verso uno spazio europeo dell’istruzione e oltre (2021-2030)”, raccomandando agli Stati membri di promuovere le professioni “tradizionalmente dominate da uomini o da donne” presso “il sesso sottorappresentato”. E l’insegnamento, come abbiamo visto, è una di queste.

ED E’ PER QUQESTO CHE OGGI  8 MARZO 2025 ABBIAMO DECISO DI  EVIDENZIARE QUESTO ASPETTO,  PROPRIO PER RICHIAMARE L’ATTENZIONE SUL FATTO CHE  VI E’ UNA SOTTOVALUTAZIONE DEL RUOLO SVOLTO DALLE DONNE NELLA SCUOLA CHE, CERTAMENTE, NON PUO’ E NON DEVE PORTARCI A CREDERE CHE SIA IL “RIFUGIO LAVORATIVO” PER AVERE PIU’ TEMPO A DISPOSIZIONE, ANZI E’ ESATTAMENTE IL CONTRARIO. 

IL RUOLO SVOLTO DAL “DOCENTE  DONNA” NELLA SCUOLA E’ DETERMINANTE PER LA CRESCITA CULTURALE E FORMATIVA DELLE NUOVE GENERAZIONI ED E’ ALTRETTANTO  DETERMINANTE PER LO SVILUPPO DI UNA NAZIONE, PER QUESTO E’ OPPPORTUNO CHE IL GOVERNO, RECEPENDO L’INVITO DELL’OCSE, PRESTI MAGGIORE ATTENZIONE ALLA PROFESSIONE DOCENTE PROPRIO PER L’ALTO NUMERO DI DONNE CHE SVOLGONO TALE RUOLO,  POCO RICONOSCIUTO SUA SUL PIANO ECONOMICO CHE SOCIALE