DOVE SEI SCUOLA ? EDITORIALE FLP SCUOLA FOGGIA

Ma c’è ancora una scuola nel nostro paese ? e se c’è di che scuola si tratta ? 

Spesso ci chiediamo quali sono le finalità della scuola. A questa domanda, molti si affannano ad aggiungere pensieri personali conditi da tani aggettivi, al fine di dare “lustro all’alto compito della scuola”.

Noi riteniamo che la scuola “ha il semplice” compito di trasmissione del sapere, anzi dei saperi, che l’uomo ha sviluppato e affinato nel corso dei secoli. 

Altri e ulteriori finalità che si vogliono ad essa “affibbiare”,  tendono solo a svilire il ruolo principe della scuola, per aggiungere finalità che, pur presenti, non costituiscono certamente il “core”, come oggi si dice, del compito istituzionale della scuola.

Se le politiche scolastiche di questi ultimi anni avessero puntato la loro attenzione su questa finalità, sicuramente non ci troveremmo nel “marasma” totale in cui versano le nostre istituzioni scolastiche.

Ci siamo mai chiesti se i nostri studenti, pur con i dubbi che ci assalgono molto volte nell’ascoltarli,  sono compresi dalla scuola ?

L’azione pedagogica della scuola è adeguata per incontrare e colloquiare con gli studenti ? Ciò che preoccupa, e che dovrebbe preoccupare tutti gli addetti e chi si avvicenda, con laurea e senza laurea, con diploma e senza diploma, a dirigere il palazzo di Viale Trastevere a Roma, è chiedersi se in questi anni abbiamo considerato i nostri studenti in via del tutto residuale, più che altro sono stati intesi “come cavie” su cui effettuare sperimentazioni didattico-pedagogiche. Il risultato è stato: totale disaffezione dei giovani, livello di autorevolezza del docente sceso ai minimi termini, caos totale e assenza di una visione globale del sistema scuola. 

Eppure, i nostri politici e ministri parlano di immissioni in ruolo, fase a, b,c, di mobilità straordinaria, assegnazione provvisoria, di formazione obbligatoria, strutturale e permanente, di alternanza scuola lavoro, etc., etc, etc.

Ci siamo e si sono chiesti coloro che sono chiamati al  governo del paese,  coloro che si piccano,  su autorevoli giornali “di larga tiratura”,  di “scrivere di scuola e di giudicare il personale che in essa vi opera”, se esiste ancora la scuola ?

La scuola, dunque: la scuola, come si sente affermare,  non serve più, sta morendo. Forse non assisteremo noi ai suoi funerali, ma la sua dipartita è storicamente segnata e il nostro dramma è vivere il tempo della sua agonia, consapevoli attori di un fallimento decretato da chi “si è voluto esercitare” a governare questo paese con arroganza, con demagogica consapevolezza di voler confondere il “fine con i mezzi”, con l’arroganza del potere che ha portato nelle classi delle nostre scuole o tanti insegnanti ( ci raccontavano che giorni fa in una classe di scuola primaria della nostra provincia c’erano 8 docenti e 20 alunni) oppure classi senza docenti ( al nord ormai sono al collasso, a causa della “inopinata” deportazione di tante famiglie di docenti che, ovviamente, per cause oggettive, economiche, familiari ed anagrafiche, sono dal 1^ settembre assenti) 

E non  si creda che ci si voglia riferire solo al fallimento della Buona Scuola 2016, ci riferiamo ad una visione di scuola che affonda le sue radici di fallimento negli ultimi 30 anni di legislazione scolastica selvaggia. Una legislazione fatta di tagli, di politiche scolastiche non confacenti alle nuove esigenze degli studenti e alle necessità che le nuove generazioni chiedono alla scuola. 

Una scuola che è ubicata, in molte città del nostro paese, in condomini, sottoscala, con funzionamento per turni, in strutture pericolose e fatiscenti. Eppure, lo STATO lancia la campagna SCUOLE BELLE e,  per riparare ai guasti per la mancata stabilizzazione degli storici LSU, impegna somme impensabili per “far dipengere” muri e aule ….pericolanti……

Le ultime statistiche ci propinano  l’immagine di una gioventù allo sbando: lontana dalla cultura (che non legge, non frequenta, non contesta nemmeno più), addirittura non sa nemmeno ciò che accade nel mondo, è disinteressata alla politica (nel senso di quella polis che rimanda all’attiva partecipazione alla cura del proprio territorio), incapace di lottare per i propri diritti… Insomma, un eclatante fallimento di quella scuola capace di generare uomini pensanti.

Ed ecco che questi insuccessi, come spesso accade, vengono fatti ricadere sugli anelli deboli della catena: sul personale scolastico. 

Un personale sottopagato, costretto a 20 anni di precariato per poter ottenere l’immissione in ruolo anche a 1000 KM da casa e a 50 anni di età (nella migliore delle ipotesi), un personale sottoposto ad angherie burocratiche,  dimenticando quale deve essere la reale funzione, un personale trasferito in altre regioni del nord pur vantando il diritto a restare nel provincia di residenza, per colpa del fantomatico “algoritmo” che una ministra “voltagabbana” ha sostenuto e che alcuni giudici, poco esperti di scuola, purtroppo, altezzosamente continuano a sostenere.

Questa non è la scuola che vogliamo, questa scuola appartiene solo a coloro che da troppi anni, anche con la collaborazione di chi si picca di “essere rappresentativo dei lavoratori”, si è dedicato, con grande impegno, a distruggere quel poco di buono che ancora aleggiava nelle aule scolastiche.

Eppure, si susseguono i governi, la gente non va a votare e se ci va, punisce severamente chi “di scuola ferisce”,  dobbiamo ancora assistere all’ennesima “boutade” di far dirigere la scuola a persone che di scuola (per esserci stata pochissimo anche come studente) non ha alcuna conoscenza e tanto meno competenze.    

Ci sarà mai un “new deal” della scuola italiana ?ci sarà mai un ministro e un governo che con serietà e competenza, eletto democraticamente dal popolo, vorrà “umilmente” confrontarsi,  non certamente con chi  si picca di rappresentare ciò che non rappresenta, ma con chi “la scuola la fa quotidianamente nelle aule” e “c’è dentro fino al collo”, senza essere esonerato da decenni dal servizio,  ponendosi l’obiettivo di tracciare una “via per una scuola di tutti, inclusiva, formativa, trasmissiva di saperi, rispettosa di chi in essa vi opera, coinvolgente e motivante per gli studenti”?

Con questo governo e con questi ministri la FLP SCUOLA ci sarà sempre !!

 

                                                               LA SEGRETERIA PROVINCIALE FLP SCUOLA FOGGIA