In molti ci chiedono spiegazioni e notizie relative al bonus da 200 euro introdotto con il decreto Aiuti, tuttavia alcuni destinatari dovranno presentare un apposito modulo per ottenerlo.
Premesso che, come si dice, dal cattivo pagatore accetta tutto, appare evidente che la misura ci appare “un contentino” ed è largamente insufficiente a ristorare tutti gli aumenti che in questi mesi (covid o conflitto che sia…) hanno falcidiato i redditi dei cittadini. La misura, quindi, doveva essere stabile sul trattamento stipendiale almeno fino al perdurare della situazione di difficoltà in cui ci troviamo.
In ogni caso, forniamo alcune precisazioni in merito
I beneficiari sono stati suddivisi in diverse categorie a seconda del proprio lavoro. Buona parte degli italiani lo riceverà automaticamente già dal mese di luglio 2022, gli altri dovranno invece inviare un’apposita richiesta all’Inps oppure ad un altro ente designato.
In particolare, tra coloro i quali lo avranno in automatico possiamo annoverare:
- lavoratori dipendenti: lo riceveranno in busta paga;
- pensionati: arriverà con il cedolino;
- percettori di reddito di cittadinanza: lo riceveranno sull’apposita card Poste Pay;
- disoccupati: lo avranno insieme all’assegno.
Tra i lavoratori che dovranno, invece, fare richiesta rientrano:
- titolari di partita Iva;
- titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co) con contratto attivo alla data di entrata in vigore del decreto;
- lavoratori domestici;
- lavoratori stagionali o a intermittenza (chi ha ricevuto l’indennità previste dai decreti per l’emergenza da Covid-19 lo riceverà in automatico);
- operatori dello spettacolo iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, che nel 2021 abbiano almeno 50 contributi giornalieri versati.
Si ricorda, infine, che per avere maggiori informazioni a riguardo bisognerà attendere un ulteriore decreto ministeriale che sarà emanato entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Aiuti.
Per alcuni di essi, infatti, sarà necessario presentare l’apposito modulo. Ad ogni modo, anche chi non dovrà inoltrare alcuna domanda potrebbe dover comunque compilare un’autocertificazione
Il fine, come riporta anche il quotidiano ‘Repubblica‘, è quello di dimostrare che il lavoratore beneficiario “non sia titolare di un trattamento pensionistico e sia percettore di reddito di cittadinanza singolarmente o all’interno del proprio nucleo. Perché in quel caso si troverebbe ad incassare due volte il contributo, uno dal proprio datore di lavoro e l’altro dall’Inps”.
Per quanto il governo non abbia ancora fornito indicazioni precise sul modulo di autodichiarazione, secondo quanto stabilito dalla norma, l’indennità verrà riconosciuta automaticamente, previa dichiarazione del lavoratore di essere in possesso di tutti i requisiti necessari. Nello specifico, il documento in questione dovrà presentare:
- nome;
- data e luogo di nascita;
- residenza e indirizzo;
- codice fiscale;
- nome del datore di lavoro e codice fiscale o partita Iva.
Si richiama l’attenzione sul fatto che l’INPS ha chiarito che nel computo della soglia di reddito da rispettare, per poter aver diritto all’erogazione del Bonus, vanno inclusi tutti i redditi di qualsiasi natura, con la sola eccezione dei seguenti:
- rendita casa di abitazione e relative pertinenze;
- trattamenti di fine rapporto;
- emolumenti arretrati sottoposti a tassazione separata;
- ANF, assegni familiari e assegno unico universale;
- assegni di guerra, indennizzi da vaccinazione o trasfusione;
- indennità di accompagnamento.
- Il bonus una tantum da 200 euro è fiscalmente esente.
Successivamente, dovrà seguire l’autodichiarazione da parte del lavoratore di essere in possesso di tutti i requisiti necessari per l’ottenimento del bonus e, quindi, aver beneficiato dell’esonero contributivo dello 0,8% nel primo quadrimestre del 2022 per almeno una mensilità; non essere titolare di trattamento pensionistico o di reddito di cittadinanza; non essere beneficiario del bonus con altri datori di lavoro.
A nostro avviso, considerato che dal MEF non ancora giungono notizie precise al riguardo, E’ OPPORTUNO ASPETTARE INDICAZIONI DETTAGLIATE IN MERITO
INFATTI: Come rileva il Sole 24 Ore, diversa è invece la situazione per i dipendenti pubblici per i quali non sarà necessaria alcuna richiesta. Saranno il MEF e l’INPS «nel rispetto della normativa europea e nazionale in materia di protezione dei dati personali» a individuare insieme la platea degli aventi diritto. In tal senso proprio nei prossimi giorni il Consiglio dei Ministri approverà una norma nell’ambito del decreto semplificazioni.