Una delle deleghe che certamente contribuirà per la prima volta a porre al centro dell’attenzione del sistema scolastico anche la scuola dell’infanzia è certamente quella sul “Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni” Con il decreto cambiano le modalità di accesso alla professione di educatore con la definizione dei titoli necessari per poter essere assunti. Dalla data di entrata in vigore del decreto sarà necessaria infatti una qualifica universitaria per l’accesso e vengono costituiti per la prima volta i poli per l’infanzia per determinare la continuità del percorso educativo e scolastico degli alunni.
Punti qualificanti
Il Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a 6 anni, intende ricondurre i servizi educativi per l’infanzia nella sfera educativa garantendo continuità tra il segmento di età 0-3 e 3-6.
Il testo normativo vuole offrire alle famiglie strutture e servizi ispirati a standard uniformi su tutto il territorio nazionale e organizzati all’interno di un assetto di competenze tra i diversi attori istituzionali chiaro ed efficiente.
Viene così istituito il Sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e i bambini in età compresa dalla nascita fino a 6 anni per promuovere la continuità del percorso educativo e didattico e concorrere a ridurre gli svantaggi culturali, sociali e relazionali, rispettando e accogliendo le diversità ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione e favorendo l’inclusione delle bambine e dei bambini con disabilità certificata nel rispetto della normativa vigente in materia (legge 5 febbraio 1992, n. 104).
Per la prima volta sono definiti—sulla base del Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali approvato il 29 ottobre 2009, in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome—i servizi educativi per l’infanzia (nido e micro-nido, sezioni primavera, servizi integrativi).
In particolare:
a) le sezioni primavera (2-3 anni) favoriscono la continuità del percorso educativo da 0 a 6 anni di età e sono aggregate, di norma, alle scuole per l’infanzia statali o paritarie o inserite nei Poli per l’infanzia.
b) la scuola dell’infanzia (3-6 anni), che assume una funzione strategica nel Sistema integrato di educazione e di istruzione operando in continuità con i servizi educativi per l’infanzia e con il primo ciclo di istruzione ai sensi dell’articolo 1 del d.lgs. 19 febbraio 2004, n. 59 e del dPR 20 marzo 2009, n. 89.
Sono costituiti i Poli per l’infanzia per potenziare la ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo e scolastico di tutte le bambine e dei bambini. In unico plesso o in edifici vicini, più strutture di educazione e di istruzione per bambine e bambini fino a 6 anni, per offrire esperienze progettate nel quadro di uno stesso percorso educativo, in considerazione dell’età.
Secondo una procedura straordinaria—sul modello delle scuole innovative previste dalla legge n. 107del 2015—potranno essere costituiti da uno a tre Poli per l’infanzia in ogni Regione. L’investimento di 150 milioni nel triennio 2018-2020 è a carico dell’INAIL.
Per la prima volta si prevede la qualificazione universitaria quale titolo di accesso alla professione di educatore dei servizi educativi per l’infanzia:
a) laurea in Scienze dell’educazione nella classe L19 ad indirizzo specifico pereducatori dei servizi educativi per l’infanzia;
b) laurea quinquennale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria integrata da un corso di specializzazione per complessivi 60 crediti formativi universitari.
c) mentre il titolo di accesso alla professione di docente della scuola dell’infanzia resta disciplinato secondo la normativa vigente (D.M. n. 249 del 2010).
Il Piano di azione nazionale pluriennale progressivamente estenderà i servizi educativi per l’infanzia e la scuola dell’infanzia su tutto il territorio nazionale, escludendoli dai servizi pubblici a domanda individuale. Contestualmente, saranno gradualmente superati i cosiddetti anticipi di iscrizione alla scuola dell’infanzia statale e paritaria.
Per la prima volta, si prevede una soglia massima di partecipazione economica delle famiglie alle spese di funzionamento dei servizi educativi per l’infanzia, pubblici e privati accreditati, che ricevono finanziamenti pubblici, da definire con intesa in sede di Conferenza unificata.