Nella giornata di ieri abbiamo dato notizia di una nostra nota inviata al Ministero dell’Istruzione, ai dirigenti scolastici e agli organi di vertice della Regione Puglia, con cui denunciavamo comportamenti anomali e contrari al contenuto del D.L. 13 marzo 2021. In particolare, abbiamo segnalato l’obbligo imposto ai docenti di svolgere la DAD in presenza a scuola e non dalle proprie abitazioni e l’adozione di ingressi a scuola, da parte bisogna dirlo di qualche dirigente della nostra provincia, lasciando ancora ai genitori la scelta della modalità circa lo svolgimento della attività didattica (in presenza oppure in dad), cioè proprio il contrario di quanto previsto dal decreto legge
Invero, anche la nota ministeriale del 12 marzo 2021 ha creato confusione, in riferimento alla possibilità di consentire accesso a scuola anche a gruppi di alunni, in ciò eludendo l’obiettivo del decreto che è quello di contenere al massimo la presenza a scuola, privilegiando la tutela della salute in questo periodo.
Evidentemente, la nostra nota ha colto nel segno ed ha interpretato bene e compiutamente la portata giuridica del più volte citato decreto, perchè il Ministero, con una nota a firma del Capo dipartimento dott.ssa Boda, seppur rivolta ai dirigenti degli uffici scolastici, è subito intervenuto, chiarendo la reale portata del decreto 30/2021.
Tale nota, a nostro avviso, non può essere “limitata” ai soli uffici del ministero, ma deve essere sicuramente intesa come chiarimento per tutti i comportamenti da tenere negli uffici pubblici della pubblica istruzione (e quindi anche nella scuola)
La dott.ssa Boda nella nota ha precisato : “Come è noto, per effetto del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30 e delle successive ordinanze firmate dal Ministro della Salute, sono state introdotte ulteriori prescrizioni limitative della libertà di circolazione, che si ripercuotono, tra l’altro, sulla presenza in servizio del personale. Con il passaggio nella c.d. “zona rossa” di diverse Regioni, in particolare, preme rammentare le previsioni di cui all’art. 48 del DPCM 2 marzo 2021, per effetto delle quali “I datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza. Il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in modalità agile”. Si invitano conseguentemente i responsabili di ciascun ufficio posto nelle c.d. zone rosse, a porre massima attenzione alle richiamate prescrizioni, in modo da garantire la corretta applicazione del regime di lavoro agile semplificato e consentire la presenza in servizio del personale, come già avvenuto nel precedente periodo di “lock-down”,nei soli casi effettivamente necessari, previa apposita autorizzazione, anche rilasciata in via informale.Si rammenta inoltre, ad ogni buon fine che anche nelle c.d. zone gialle ed arancioni gli spostamenti sono consentiti solo se motivati da “comprovate esigenze lavorative” (cfr. artt. 9 e 35 del citato D.P.C.M). Si invitano pertanto i responsabili degli uffici posti nelle zone gialle ed arancioni a disciplinare la presenza in servizio del personale tenendo conto delle disposizioni sopra richiamate. Si confida nella massima collaborazione e si resta a disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento, che potrà essere richiesto, come di consueto, alla competente direzione generale per le Risorse Umane e Finanziarie”
Quindi, la nota equipara i comportamenti da tenere nelle zone rosse ai periodi di “lock-down” dell’anno 2020, quando in tutte le scuole è stata adottata la Didattica a Distanza e con svolgimento dalle proprie abitazioni.
La possibilità, allora, di consentire la presenza a scuola degli alunni (diversamente abili e con Bes) e dei docenti di sostegno, deve essere assicurata “….nei soli casi effettivamente necessari, previa apposita autorizzazione, anche rilasciata in via informale” e non può essere svolta in modo indiscriminata e senza una attenta valutazione dei casi e dei rischi legati alla situazione territoriale e alle condizioni esistenti nella scuola, anche in rapporto ai piani vaccinali svolti e da svolgere.
Insomma, si vuole dire, che senza voler compromettere il diritto allo studio, costituzionalmente garantito, in questa delicata fase di espansione della pandemia e con le strutture ospedaliere ormai allo stremo, siamo, è inutile nasconderlo, nelle stesse condizioni, se non peggio, per il diffondersi di nuove varianti, del Marzo 2020, per cui vanno adottate le misure di contenimento e di prevenzione del predetto periodo e a cui la normativa introdotta dal D.L. 30/2021 fa riferimento e che lo stesso Ministero ha richiamato.
Con la nota, sostanzialmente, si condivide il nostro invito, a limitare al massimo, e per assolute necessità, la presenza a scuola del personale, adottando forme di turnazione per il personale ATA, e, per il personale amministrativo (nessuno escluso compreso il DSGA) attività lavorativa in modalità di lavoro agile.
Per concludere, vogliamo richiamare, una volta tanto, quanto asserito dal Presidente della Regione Puglia Emiliano, nei cui confronti, basta leggere i nostri comunicati, non siamo mai stati “si può dire teneri” per la contraddittorietà e superficialità delle sue ordinanze, ma questa volta ci troviamo in linea con il suo pensiero, sperando, però, che dia senso alle parole con interventi idonei e corretti. Infatti, il Presidente ha così dichiarato in un suo intervento a L’Aria che tira su La7.
“La scuola è uno dei principali grandi diffusori del contagio, questo a prescindere dall’organizzazione, perché la didattica in presenza mette in movimento ogni giorno milioni e milioni di persone. “Non è un’accusa verso la scuola, tutti sappiamo che la scuola in presenza è un altro mondo. Però esiste, grazie a Dio, un’alternativa, che è un po’ mortificante ma che riduce i contagi, è che è la didattica a distanza“.