IL Governo e le cosiddette OO.SS. rappresentative stanno “trattando” per individuare le categorie di pensionati a cui riconoscere l’esenzione dagli aumenti dell’età pensionabile, che dal 2019 salirà di cinque mesi. Sembra che ad oggi vi sia l’intenzione di includere fra le attività esenti non solo i lavori gravosi già individuati per l’accesso all’ APE SOCIAL ma anche operai agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori.
A questo punto diventerebbero 15 le categorie a cui non si applicherebbero gli scatti che innalzano l’età pensionabile: alle quattro sopra citate, si aggiungono gli 11 lavori gravosi previsti da Ape social e pensione precoci, ovvero:
- operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia, della manutenzione degli edifici;
- conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- conciatori di pelle e pellicce;
- macchinisti e personale viaggiante;
- camionisti; infermieri ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
- maestre d’asilo e di scuola materna, facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
- addetti a servizi di pulizia;
- operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
Invero, l’aspetto preoccupante è dato dal fatto che dal 2019 salirà l’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni, e si innalza di cinque mesi anche il requisito per la pensione anticipata, che arriverà dunque a 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne. Quanto si sta decidendo, allora, riguarda l’individuazione di altri lavoratori a cui non si applicherebbero questi aumenti, per cui l’età pensionabile resterebbe a 66 anni e sette mesi. La nostra organizzazione sindacale sin dal 2016 aveva evidenziato questo grave problema e aveva rivolto appello al governo e alle cosiddette OO.SS. affinchè per tutto il personale docente si applicasse il riconoscimento dell’attività lavorativa fra il lavori usuranti.
Nello stigmatizzare quanto fatto dal Governo, che ha annoverato solo le docenti della scuola dell’infanzia fra coloro che svolgono lavoro usurante, DENUNCIAMO la passiva accondiscendenza delle cosiddette OO.SS. rappresentative (CGIL-CISL-UIL) che non sollevano la disparità di trattamento all’interno della stessa categoria di lavoratori che, ad ogni buon fine, pur nei differenti ordini e gradi di scuola, svolgono un lavoro usurante e che non possono essere collocati a riposo a 67 anni.
SI ALLEGA IL NOSTRO COMUNICATO ANTESIGNANO SULLA PROBLEMATICA DEL RICONOSCIMENTO DELL’ATTIVITA’ USURANTE DEI DOCENTI
LAVORI USURANTI E DOCENTI -COMUNICATO FLP SCUOLA