La vigilia di Natale (quanta spudoratezza!!) il Ministro Bianchi ha dichiarato:” Stiamo continuando a investire per dare una migliore istruzione, migliori infrastrutture ai nostri ragazzi. Lavoriamo per il presente e per il futuro”.
Ad ottobre 2021 tale Ministro aveva così esordito “Non ci sono mai stati tanti soldi per la scuola…..”
Ora, gli vorremmo chiedere: “Sig. Ministro: ma lei ci fa ci è, o ritiene di essere così furbo e pinocchio da prendere in giro non solo la scuola ma tutto il paese?”
La domanda, se ci permettete, sorge spontanea dopo aver appreso che: Nel Documento di Economia e Finanza appena predisposto dal Consiglio dei Ministri la spesa prevista per la scuola, a dispetto di quanto afferma il Ministro Pinocchio, è destinata negli anni a diminuire.
Secondo il Ministro dell’Economia, cui probabilmente deve chiedere lumi il Ministro, si tratterebbe di una scelta pressoché obbligata: “Da tempo – si legge nella bozza del documento – le proiezioni ufficiali evidenziano una tendenza generalmente comune, anche se con intensità diverse nei paesi dell’Unione Europea, ad un rapido invecchiamento della popolazione. Ciò comporta, in primo luogo, una riduzione significativa della popolazione attiva e un maggiore carico su di essa delle spese di natura sociale”.
Le conseguenze sono del tutto obbligate: aumentano i costi dei sistemi pensionistici e dell’assistenza sanitaria; le maggiori spese “sono solo in parte compensate dai minori esborsi per l’istruzione legati al calo delle nascite”.
La tabella relativa alle previsioni di spesa per i prossimi decenni è assolutamente impietosa: nel 2020 la spesa per l’istruzione è stata pari al 4% del totale, ma scenderà al 3,5% nel 2025 per mantenersi intorno al 3,4-3,5% negli anni successivi.
Se, poi, leggiamo quanto sostenuto da Cottarelli nel suo ultimo libro, apprendiamo, ma si sapeva da tempo, i tagli sulla scuola, hanno avuto una andamento costante dal 2007, tanto che è stata la forma di spesa pubblica tagliata di più nei confronti degli altri settori.
Proprio Cottarelli prende a riferimento la riforma del famigerato duo Gelmini-Tremonti, che con la Legge 133 del 2008 hanno tagliato oltre 100mila posti personale docente e decine di migliaia di posti Ata, il tutto condito anche dalla soppressione di almeno 2mila istituti autonomi, ore settimanali di lezione, compresenze di insegnanti, la specializzazione dei maestri della primaria e altro ancora.
Bene, anzi malissimo, Ministro, se può dia una risposta a questi interrogativi, a questi spietati dati, e la smetta di ammorbarci con le sue dichiarazioni, non vogliamo qui ricordarle cosa ebbe a dire sul rinnovo del contratto, e, se può, tolga il disturbo perchè ha fallito su tutto, al pari e forse più di quanti lo hanno preceduto.