Approvata definitivamente dal Senato la legge di bilancio 2025. Una legge che impegna 30 miliardi di cui circa la metà è destinata a rendere strutturali l’Irpef a tre aliquote e il taglio al cuneo fiscale.
NEL DETTAGLIO PER QUANTO RIGUARDA L’IRPEF :
Confermata l’Irpef a tre aliquote anche per il 2025 e resa strutturale. Anche per il 2025 le tasse si pagheranno in base alle seguenti aliquote e scaglioni:
- 23% per redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per redditi da 28.000 a 50.000 euro;
- 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Il taglio dell’Irpef al ceto medio con il quale si contava di abbassare la seconda aliquota dal 35% al 33%, è rimandato al 2026. Con il gettito del concordato preventivo non ancora certo, visto che le adesioni si sono chiuse il 12 dicembre, gli sgravi per il ceto medio sono stati rimandati, ma non si esclude che si possa prevedere un intervento con un decreto a inizio anno. In ogni caso il Governo rassicura che il taglio della seconda aliquota ci sarà, ma solo una volta consolidati i conti pubblici
La manovra rende strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro (fino a uno stipendio di massimo 2.692 euro lordi al mese), già in vigore nel 2024. Il taglio al cuneo fiscale sarà esteso anche i redditi superiori ai 35.000 con una decalage che lo porterà a sparire superati i 40.000 euro. Questo per evitare lo scalone che inevitabilmente c’era per chi guadagnava meno e più di 35.000 euro.
Viene previsto un bonus per chi ha redditi fino a 20.000 euro e di uno sgravio fiscale per chi si trova nella fascia di reddito tra 20.000 e 40.000 euro.
Per ottenere lo sgravio, però, non si considererà più solo la retribuzione, ma il reddito complessivo. Il bonus sarà strutturato in questo modo:
- fino a 8.500 euro di reddito si avrà un contributo del 7,1% l’anno;
- tra 8.500 e 15 mila euro il contributo scende al 5,3%;
- tra i 15 mila e i 20 mila euro cala ulteriormente al 4,8%;
- tra 20.000 e 32.000 euro detrazione di 1.000 euro;
- da 32.000 a 40.000 detrazione con decalage graduale.
LE ALTRE MISURE
Detrazioni per familiari a carico
Si prevedono disposizioni sulle detrazioni per carichi di famiglia, statuendo che la detrazione per figli a carico si applichi solo per quelli di età inferiore a 30 anni, salva l’ipotesi di disabilità accertata. E’ limitata ai soli ascendenti la detrazione riconosciuta per i familiari conviventi diversi dai figli.
Viene esclusa la spettanza della detrazione per i contribuenti che non sono cittadini italiani o di uno Stato membro UE o di uno Stato aderente all’accordo sullo Spazio economico europeo in relazione ai loro familiari residenti all’estero (articolo 1, comma 11).
Detrazioni fiscali
Si introducono, per i percettori di redditi superiori a 75.000 euro, limiti per la fruizione delle detrazioni dall’imposta sul reddito, parametrati in relazione al reddito percepito e al numero di figli presenti nel nucleo familiare (articolo 1, comma 10).
Fruibilità del regime forfetario
Si innalza da 30 mila euro a 35 mila euro la soglia di reddito da lavoro dipendente, ovvero redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, oltrepassata la quale è precluso l’accesso al regime forfetario (articolo 1, comma 12).
Giustizia
Organico giustizia
Si introducono disposizioni in materia di personale della giustizia, autorizzando il relativo Ministero a stabilizzare, dal luglio 2026, il personale assunto a tempo determinato, per assicurare la piena operatività dell’Ufficio per il processo.
Si autorizza il medesimo dicastero a conferire, dal 1° gennaio 2025, ulteriori dieci incarichi dirigenziali di livello non generale, in deroga alla normativa già vigente in materia di pubblico impiego.
E’ autorizzata l’assunzione, durante il 2025, di 200 magistrati ordinari vincitori di concorsi già banditi (articolo 1, commi 135, 136 e 137).
Giustizia tributaria
Si autorizza il Ministero dell’economia e delle finanze a chiedere al Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria di assegnare, nei limiti delle facoltà assunzionali autorizzate per il 2026, ulteriori posti per i concorrenti risultati idonei a seguito del concorso 2024 per l’assunzione di 146 magistrati tributari.
Si posticipano al 2026 le facoltà assunzionali di 350 unità di magistrati tributari, già autorizzate per il 2024 e il 2026; si prorogano al 2026 le previsioni sulle modalità di svolgimento delle procedure concorsuali dei magistrati tributari.
A tali procedure vengono estese le disposizioni del R.D. 1860/1925 circa le prescrizioni di condotta alle quali i candidati devono attenersi.
Viene introdotta una norma di coordinamento, che consegue all’istituzione del Dipartimento della giustizia tributaria, estendendo l’ambito soggettivo dei beneficiari del fondo risorse decentrate del personale amministrativo e del fondo per il finanziamento della retribuzione del risultato dei dirigenti del Ministero dell’economia e delle finanze.
E’ differito al gennaio 2029 il regime ordinario sulla cessazione dell’incarico dei giudici tributari al compimento dei 70 anni. Per l’effetto, si novella il regime transitorio per le annualità fino al 2029 e si sopprime la disciplina di proroga di detto regime transitorio.
Vengono introdotte norme di coordinamento nel T.U. della giustizia tributaria ( d.lgs. n. 175/2024) sulla cessazione dell’incarico dei giudici tributari, conseguenti alle modifiche apportate dalle disposizioni in disamina.
Viene determinato il compenso da attribuire ai componenti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria per il 2025, non collocati in quiescenza (articolo 1, commi 139-146).
Norme di attuazione del codice del processo amministrativo
Vengono novellate le norme di attuazione del codice del processo amministrativo prevedendo il versamento di una somma a carico della parte che non ha rispettato i limiti dimensionali fissati per la redazione degli atti processuali (comma 813).
Contributo unificato per le controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana
Si innalza la misura del contributo unificato dovuto per l’iscrizione a ruolo delle controversie finalizzate all’accertamento della cittadinanza italiana, novellando l’articolo 13 del T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia (d.P.R. n. 115/2002) relativo agli importi dovuti quale contributo unificato.
E’ introdotto il nuovo comma 1-sexies, dove si statuisce che il contributo spettante per le controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana è di 600 euro. Viene stabilita la regola secondo cui, pure se la domanda viene proposta nello stesso giudizio da più parti in modo congiunto, il contributo è dovuto per ciascuna parte ricorrente (comma 814 dell’articolo 1).
Spese di giustizia
Si incide sulla determinazione dei diritti di rilascio e di copia degli atti e dei documenti processuali contenuti su supporto differente da quello cartaceo, novellando il T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia (d.P.R. n. 115/2002).
Si novella l’articolo 269, che disciplina appunto il diritto dovuto per il rilascio di copie su supporto diverso dal cartaceo, inserendo, al comma 1, il riferimento agli “atti” accanto a quello, già esistente, ai “documenti”, per le cui copie, rilasciate su supporto dissimile dal cartaceo, è previsto il pagamento di un diritto forfettizzato (comma 815 dell’articolo 1).
Pubblica Amministrazione
Giubileo
Si autorizza la spesa per contribuire al finanziamento delle esigenze collegate allo svolgimento delle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 e un ampliamento dell’autorizzazione di spesa per il 2025 per consentire il completamento degli interventi in conto capitale connessi allo svolgimento dell’evento.
Si prevede la concessione di un contributo di 1 milione di euro per l’anno 2025 in favore della città metropolitana di Roma Capitale per favorire l’adozione di misure che agevolino forme di lavoro agile e una autorizzazione di spesa di 0,5 milioni di euro per l’anno 2025 e di 2 milioni di euro per l’anno 2026 per l’acquisto di sistemi di videosorveglianza da installare nei quartieri adiacenti alla stazione ferroviaria di Roma Termini (commi da 496 e 497).
Messa in sicurezza degli edifici e del territorio e progetti di rigenerazione urbana
Si dispone sulla revoca di finanziamenti previsti per i comuni per investimenti relativi a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio, e per progetti di rigenerazione urbana volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale (commi da 805 a 808 dell’articolo 1).
Riduzione del turn-over nelle amministrazioni statali, nelle agenzie e negli enti pubblici non economici
Si prevede per l’anno 2025 una riduzione del 25% del turn over nelle amministrazioni dello Stato, anche a ordinamento autonomo, nelle agenzie e negli enti pubblici non economici con più di 20 dipendenti a tempo indeterminato, disponendo che tali amministrazioni possono procedere, nel 2025, ad assunzioni a tempo indeterminato di personale in misura non superiore a un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 75% (in luogo del 100% già previsto) di quella relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente (articolo 1, commi 822 e 823).
Riduzioni del turn over del personale pubblico
Si prevede che le Autorità indipendenti e altri soggetti, per l’anno 2025, possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nei limiti della spesa determinata sulla base dei rispettivi ordinamenti ridotta di un importo pari al 25 per cento di quella relativa al personale cessato nell’anno precedente (articolo 1, commi 829 e 830).
Titolari cariche
Incarichi retribuiti dei titolari di cariche di governo, parlamentari, europarlamentari italiani e presidenti delle regioni, e rimborso spese di trasferta per ministri e sottosegretari
Si introduce, a carico dei titolari di cariche di governo, dei presidenti delle giunte regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano e dei parlamentari della Repubblica non eletti all’estero, il divieto accettare, nel corso del mandato, contributi, prestazioni, controprestazioni ovvero ulteriori utilità erogati, direttamente o indirettamente, da parte di soggetti pubblici o privati, anche tramite interposizione di persona o di società o enti, non aventi sede legale e operativa nell’Unione europea o negli Stati aderenti allo Spazio economico europeo.
E’ precisato che, fatta eccezione per i titolari di cariche di Governo, il divieto non è operativo nel caso ove gli organi di appartenenza dei soggetti destinatari del divieto medesimo, secondo le procedure stabilite dai rispettivi ordinamenti, li autorizzino anticipatamente ad accettare gli emolumenti menzionati.
Detta autorizzazione, in ogni caso, può essere rilasciata solamente nel caso ove il compenso percepito non sia maggiore di 100.000 euro all’anno. (articolo 1, commi 850 e 853).
Bonus
Bonus edilizi, energetici, acquisto mobili
Si novellano alcune agevolazioni fiscali in materia di recupero edilizio, di efficientamento energetico, di interventi antisismici e per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio.
Vengono rimodulati i termini di fruizione e le aliquote di detrazione, prevedendo regimi più vantaggiosi per le unità immobiliari adibite ad abitazione principale.
Si interviene sulla disciplina del superbonus circa i requisiti necessari per avvalersi della detrazione per le spese sostenute nel 2025 e sulla possibilità di ripartire in dieci quote annuali quelle sostenute nel 2023 (articolo 1, commi da 54 a 56).
Bonus elettrodomestici
Si prevede, per il 2025, un contributo economico per incentivare l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica (classe non inferiore alla B) prodotti in Europa, favorendo il risparmio energetico, il riciclo degli apparecchi obsoleti e il sostegno all’industria.
Il contributo è destinato agli utenti finali e copre fino al 30% del costo di un singolo elettrodomestico, con un limite di 100 euro per ogni unità. il limite è elevato a 200 euro per le famiglie con un ISEE inferiore a 25.000 euro. In ogni caso, ogni nucleo familiare può beneficiare del contributo per un solo elettrodomestico.
Si specifica che per finanziare il contributo viene istituito un fondo pari a 50 milioni di euro per il 2025 presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy (articolo 1, commi da 107 a 111).
Bonus per le nuove nascite
Si introduce un assegno una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025.
Il beneficio è riconosciuto dall’INPS dietro istanza, ed è subordinato alla condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente abbia un valore di ISEE non superiore a 40.000 euro annui, nonché alle condizioni che il genitore richiedente sia residente in Italia e rientri nelle categorie di cittadinanza o di permesso di soggiorno, ovvero di legame familiare, indicate al comma 206 (commi da 206 a 208).
Incremento del bonus psicologico
Sono incrementate le risorse, già previste a legislazione vigente dal 2024, destinate al bonus psicologico.
La norma, mantenendo, tenendo fermo il limite di 8 milioni per l’anno 2024, implementa le risorse a 9,5 milioni per il 2025, 8,5 milioni per il 2026, 9 milioni per l’anno 2027, riportando gli oneri a 8 milioni di euro a annui a decorrere dal 2028 (comma 344).
CONGEDO PARENTALE
Dal 2025, con le modifiche apportate dalla Legge di Bilancio, nuove regole saranno valide anche per la fruizione del congedo parentale. Le principali novità riguardano l’aumento dell’indennità e la durata del periodo di astensione facoltativa dal lavoro per prendersi cura dei propri figli nei primi anni di vita.
Nel dettaglio, è stato deciso che: nel 2025, il congedo parentale subirà un potenziamento significativo grazie all’introduzione di un terzo mese con indennità all’80% della retribuzione.
Fino al 2024, il congedo parentale prevedeva solo due mesi retribuiti all’80%, mentre i mesi successivi erano indennizzati al 30%. Con la nuova misura, il governo ha deciso di rendere strutturale l’indennità maggiorata, estendendo così a tre mesi la durata del congedo con il massimo del rimborso salariale.
Questa modifica si applica ai genitori che usufruiscono del congedo parentale entro i primi 6 anni di vita del bambino, con un massimo di tre mesi retribuiti all’80%. Per i restanti 6 mesi, invece, l’indennità scende al 30% della retribuzione.
Per il periodo restante, il congedo si può richiedere ma non è retribuito. Quindi, salvo particolari condizioni reddituali, il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro ma non allo stipendio.
La retribuzione del congedo sarà calcolata sulla base della retribuzione media giornaliera e varierà a seconda della durata e del tipo di congedo scelto.
Va detto, a tal proposito, che le condizioni rimangono le stesse nel 2025 per quanto riguarda la durata del congedo parentale. I genitori infatti:
- Possono richiedere il congedo parentale entro i primi 12 anni di vita del bambino o entro i 12 anni dall’adozione o affidamento;
- Hanno diritto a 10 mesi di congedo, che possono essere suddivisi tra i due genitori in modo alternato. Se un solo genitore decide di usufruire del congedo, può arrivare a un massimo di 10 mesi ininterrotti. Tuttavia, c’è un’eccezione: se il padre usufruisce di almeno 3 mesi di congedo, la durata complessiva può essere estesa a 11 mesi.
Per entrambi, rimane anche la possibilità di usufruire del congedo in giorni o ore, permettendo così una gestione più flessibile del periodo di astensione dal lavoro.
E a proposito di lavoratori con figli, meritano di essere citate anche le misure introdotte dalla Legge di Bilancio che interessano i dipendenti con figli a carico. Il Governo, infatti, ha deciso di approvare un nuovo sistema di detrazioni che mira a ridurre il carico fiscale in base al numero di componenti del nucleo familiare.
Il modello si basa sul cosiddetto “quoziente familiare”, che, rispetto al sistema di tassazione individuale attualmente in vigore, tiene conto del reddito complessivo del nucleo familiare (comprendente il reddito del contribuente, del coniuge, dei figli e delle persone invalide conviventi), che a sua volta viene “diviso” per un coefficiente che varia in base al numero dei componenti del nucleo stesso. In pratica, più persone ci sono in famiglia, più basso sarà il quoziente, in quanto si presume che le spese siano distribuite tra più membri.
Questo metodo consente di ridurre l’imposizione fiscale, poiché la tassazione diventa meno progressiva per le famiglie con più componenti.
Inoltre, anche le detrazioni fiscali saranno maggiori per chi ha più figli. Questo perché dal 1° Gennaio 2025, il calcolo delle detrazioni avviene moltiplicando l’importo base spettante per il coefficiente del quoziente familiare corrispondente al numero di figli a carico.
Il coefficiente è pari a:
- 0,50 per chi non ha figli a carico;
- 0,70 per chi ha un figlio a carico;
- 0,85 per chi ha due figli a carico;
- 1,00 per chi ha più di due figli, o almeno un figlio con disabilità.
Questo sistema premia le famiglie numerose, poiché più componenti ha la famiglia, maggiore sarà l’importo delle detrazioni fiscali.
Il risultato ottenuto è infatti maggiore rispetto alla detrazione base che spetterebbe senza coefficiente e rappresenta la detrazione annuale che la famiglia può sottrarre dalle tasse, riducendo così l’imposizione fiscale.
MISURE PER LA SCUOLA
RIDUZIONE DELL’ORGANICO DELL’AUTONOMIA
La legge approvata prevede che, a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 la dotazione organica complessiva di cui all’articolo 1, commi 64 e 65, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è ridotta di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia.
RIDUZIONE DEL PERSONALE ATA
Con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, da adottare entro il 15 febbraio 2025, si procede alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, in modo da conseguire, a decorrere dall’anno scolastico 2026/2027 una riduzione nel numero dei posti pari a 2.174 unità.
Quest’ultimo punto è stato oggetto di modifica durante l’esame della Camera dei Deputati, stabilendo che tale ultima riduzione debba essere conseguita non a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 (come originariamente previsto) ma a decorrere dall’anno scolastico 2026/2027.
RIMODULAZIONE DELLE RIDUZIONI
Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, le riduzioni riferite al personale docente possono essere rimodulate nell’ambito dell’organico triennale dell’autonomia di cui all’articolo 1, commi 64 e 65 della legge 13 luglio 2015, n. 107 ad invarianza finanziaria. La Camera, nel modificare anche tale disposizione, ha soppresso il termine per l’emanazione del citato decreto, inizialmente fissato al 31 marzo 2025.
Con il decreto di cui al quarto periodo, in deroga a quanto disposto dal presente comma, è possibile rimodulare le riduzioni dei posti dell’organico dell’autonomia e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, garantendo l’invarianza finanziaria.
CARTA DOCENTI
Tra le misure previste che coinvolgono la scuola, vi è l’art. 1 commi da 572 a 574 che dispongono l’estensione, non più solo per il 2023, bensì in via strutturale, della Carta del docente ai docenti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile, e ne ridetermina l’importo, stabilendo che, in luogo dei precedenti 500 euro in somma fissa, lo stesso sarà determinato annualmente, con decreto ministeriale, fino a un tetto massimo di 500 euro.
In particolare si prevede che:
- La carta del docente viene estesa in via strutturale anche ai docenti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile (cioè con contratto al 31 agosto).
- Le parole «nominale di euro» sono sostituite dalle seguenti: «fino ad euro».
- Si stabilisce che «Con decreto del Ministero dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, sono definiti i criteri e le modalità di assegnazione della Carta nonché annualmente l’importo nominale della stessa sulla base del numero dei docenti di cui al primo periodo e delle risorse di cui al comma 123.».
RISORSE DISPONIBILI
Si prevede altresì che l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 123, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è incrementata di 60 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025.
MONITORAGGIO
Al fine di rafforzare la capacità di programmazione, monitoraggio e valutazione della spesa, in coerenza con quanto previsto nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029, entro il mese di settembre di ogni anno, il Ministero dell’istruzione e del merito trasmette al Ministero dell’economia e delle finanze una relazione di monitoraggio sugli utilizzi della Carta docente.
COMMENTO
Il provvedimento prevede importanti novità in merito alla carta del docente. In primo luogo viene stabilito che essa spetti, non solo ai docenti di ruolo, ma anche ai docenti con contratto al 31 agosto (posto vacante e disponibile). L’estensione avviene a “regime” nel senso che è prevista in via definitiva. In precedenza, il Decreto Legge 13 Giugno 2023 n. 69 (c.d. Decreto salva-infrazioni) aveva previsto l’estensione ma solo per l’anno 2023.
Restano invece ancora esclusi i docenti con contratto al 30 giugno.
D’altra parte, si stabilisce che la carta avrà ogni anno un “importo massimo” di 500€ e che con apposito decreto ministeriale verrà definito annualmente l’importo della stessa tenendo conto del numero dei docenti che hanno diritto ad usufruirne e delle risorse disponibili, che vengono nel complesso incrementate di 60 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025.
Nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati, incrementa la dotazione dell’organico dell’autonomia:
- di 1.866 posti di sostegno a decorrere dall’anno scolastico 2025-2026
- di 134 posti di sostegno a decorrere dall’anno scolastico 2026-2027
allo scopo di garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità.
La copertura è individuata:
- quanto a 24,99 milioni di euro per l’anno 2025 e a 75 milioni di euro annui a decorrere dal 2026 mediante corrispondente riduzione delle risorse del Fondo per la valorizzazione del sistema scolastico di cui al comma 565 dell’articolo 1 del disegno di legge in esame
- quanto a 12,5 milioni di euro per l’anno 2026, a 14,17 milioni di euro per l’anno 2027, a 13,98 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2028 al 2031, a 16,72 milioni di euro per l’anno 2032, a 17,97 milioni di euro per l’anno 2033 e a 18,05 milioni di euro annui a decorrere dal 2034 mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.
CONTRATTO SCUOLA
Gli aumenti stipendiali per personale scolastico prevedono un incremento del 6% per il contratto collettivo 2022/2024 e lo stanziamento di risorse per la successiva tornata contrattuale (2025/2027), garantendo un aumento stipendiale a regime del 5,4%, superiore all’inflazione programmata. Inoltre, il “taglio” del cuneo fiscale fino a 40 mila euro lordi si tradurrà in un ulteriore aumento stipendiale per il personale scolastico, pari al 6/7%. Per il rinnovo dei contratti pubblici, nel dettaglio, la Legge di Bilancio stanzia 1.775 milioni di euro nel 2025, 3.550 milioni nel 2026 e 5.550 milioni nel 2027.
2 milioni di euro, invece, per il “Programma studente-atleta”, realizzato dalle istituzioni scolastiche al fine di permettere agli studenti-atleti, individuati sulla base dei requisiti stabiliti dal Ministero dell’istruzione e del merito in accordo con il Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), il Comitato italiano paralimpico (CIP) e Sport e salute Spa, ed iscritti alle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado del sistema nazionale di istruzione, di conciliare l’impegno agonistico con quello scolastico
PENSIONI
Chi è nel sistema contributivo potrà cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni. Nulla di fatto invece per l’apertura di un nuovo semestre di silenzio-assenso per la scelta da parte del lavoratore di spostare il trattamento di fine rapporto dall’azienda alla previdenza complementare.
Sport e disabilità
Un altro fondo da 1,5 milioni, è invece rivolto alle persone con disabilità, sotto forma di contributi a sostegno di enti, organismi e associazioni che promuovono i diritti delle persone con disabilità e la loro inclusione sociale. Ulteriormente incrementato – con 2,4 milioni nel 2024, 4,4 nel 2026 e 3,2 nel 2027 – il Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano, in aggiunta all’aumento di 15 milioni già disposto per ogni anno dal 2025 al 2027.
Sempre sul fronte sport, in arrivo un aumento di 3 milioni per il triennio per ausili e protesi che consentano l’attività sportiva alle persone con disabilità.
Un altro emendamento approvato, infine, stanzia 1 milione di euro l’anno per i prossimi tre anni per il Fondo sanitario nazionale per l’inclusione delle persone con disabilità.
Famiglia
Famiglie e nuovi nati al centro dell’attenzione: confermate e potenziate le misure sui congedi parentali per il 2025. Arriva la “Carta per i nuovi nati” con un bonus di 1.000 euro per i genitori con Isee entro i 40.000 euro e il rafforzamento del bonus asili nido. Rifinanziata anche la carta “Dedicata a te”. Le detrazioni fiscali saranno modulate in base al numero dei familiari a carico.
IMPORTANTE NOVITA’ PER IL PERSONALE DELLA SCUOLA IN MATERIA DI COLLOCAMENTO A RIPOSO
Nella legge di bilancio 2025 c’è una novità importante che modifica la norma del pensionamento d’ufficio per chi compie i 65 anni entro il 31 agosto 2025 ed ha raggiunto i 41 anni e 10 mesi di contributi se donna o i 42 anni e 10 mesi di contributi se maschio.
Fino all’anno scolastico 2023/2024, un docente che aveva raggiunto i 65 anni di età anagrafica ed aveva maturato l’anzianità contributiva di 41 e 10 mesi per le donne o 42 e 10 mesi per i maschi, veniva mandato in pensione d’ufficio senza fare la domanda, adesso, con la legge di bilancio 2025, è abolita la cessazione d’ufficio alle suddette condizioni.
In definitiva: è stato abrogato il limite dei 65 anni di età come requisito per collocare in quiescenza d’ufficio chi avrà maturato il limite massimo contributivo previsto per legge. Nel caso del personale scolastico tale limite resta fissato a 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini, ma l’età anagrafica per la pensione d’ufficio dal 2025 sale a 67 anni.