Presentato nella giornata del 3 ottobre il
PIANO NAZIONALE DI FORMAZIONE – A VALENZA TRIENNALE –
IL MIUR, con un progetto ambizioso e 325 milioni di finanziamento, prevede di portare in formazione tutto il personale docente delle scuole.
Questi gli aspetti, più significativi, mentre rimandiamo al nostro precedente articolo pubblicato sempre sul nostro sito, l’analisi già fatta e relativa agli altri aspetti della formazione.
PIANO NAZIONALE DI FORMAZIONE
LA FORMAZIONE DIVENTA OBBLIGATORIA
La legge 107, nell’assegnare il valore strategico della formazione alla funzione docente, ha previsto che il processo di aggiornamento dei docenti sia dall’a.s. 2016/2017 : obbligatoria e permanente
Le priorità individuate dal piano per l’aggiornamento e la formazione dei docenti individua NOVE PRIORITA’. Saranno i docenti a scegliere, secondo i rispettivi bisogni, le aree su cui formarsi, si va dal digitale alle lingue, dall’alternanza scuola-lavoro, all’inclusione, alla prevenzione del disagio giovanile, autonomia didattica, didattica per competenze, valutazione e integrazione e cittadinanza globale
Il piano pone al centro del suo intervento la formazione sulle lingue. Sarà questo il primo intervento e coinvolgerà 130 mila insegnanti. Potranno approfittare, oltre che dei percorsi formativi offerti dal Miur, anche di visite, scambi e gemellaggi previsti dal programma Erasmus.
I docenti della scuola primaria, circa 45 mila, dovranno frequentare un percorso di formazione che consenta loro di poter ottenere il livello B1 di conoscenza linguistica (20 mila di loro) o i livello B2 (altri 25 mila ). Altri 10 mila saranno formati per il Clil (l’insegnamento in lingua di una materia non linguistica come, ad esempio, storia o geografia).
Per la scuola media saranno coinvolti 35 mila docenti con l’obiettivo di formare 10 mila al livello B2 e 15 mila per il Clil.
Per le scuole superiori è previst una formazione di lingua straniera per 50 mila docenti. Circa 20 mila docenti dovranno conseguire il livello C1 di discipline non linguistiche, potenziare le conoscenze di altri 10 mila docenti di lingua e formarne altri 20 mila per il Clil.
Come da noi già sottolineato nel nostro intervento, ogni docente avrà un proprio Piano di formazione individuale che entrerà a far parte di un portfolio digitale contenente la storia formativa e professionale dell’insegnante.
Pur nel rispetto dell’autonomia di ogni scuola, le stesse dovranno tenere conto delle indicazioni del Miur e adottare attività di formazione obbligatoria dei docenti che siano in coerenza anche con il Piano triennale dell’offerta formativa. L‘obbligatorietà non prevede un numero fisso di ore da svolgere annualmente (ma come da noi ipotizzato si parla di un minimo annuo di 25 ore), oltre al «rispetto di quanto contenuto nel Piano».
La formazione potrà includere percorsi di varia natura rivolti a tutti i docenti della scuola, a gruppi di docenti di scuole in rete, a piccoli gruppi o a singoli docenti. I soggetti formatori, spiegano dal Miur, dovranno essere accreditati presso lo stesso dicastero ma l’obiettivo è comunque quello di privilegiare le università. Gli Uffici scolastici regionali dovranno favorire la progettazione della formazione, interfacciandosi con le scuole.
IL NOSTRO PRIMO COMMENTO
COME FLP SCUOLA DA SEMPRE SOSTENIAMO CHE LA FORMAZIONE SIA ELEMENTO INSCINDIBILE DEL PROFILO PROFESSIONALE DEL DOCENTE E DI TUTTO IL PERSONALE DELLA SCUOLA.
IL NOSTRO SINDACATO, SI PICCA, SIN DALLA SUA NASCITA, DI ESSERE UN SINDACATO “FORMATIVO”. NON SIAMO, QUINDI, ASSOLUTAMENTE CONTRARI AL PIANO E A QUANTO IN ESSO PREVISTO.
NE CONDIVIDIAMO L’IMPOSTAZIONE, GLI OBIETTIVI (ANCHE SE MOLTO AMBIZIOSI), E LE FINALITA’, MA…MA….NELLO STESSO TEMPO CHIEDIAMO ALLA MINISTRA E AL GOVERNO:
SE IL PERSONALE DELLA SCUOLA E’ CHIAMATO A PARTECIPARE E CONDIVIDERE TALE PROCESSO, SOTTOPONENDOSI A UN NUOVO AGGRAVIO DI LAVORO, COME SI PENSA DI FINANZIARE TALE NUOVA ATTIVITA’ LAVORATIVA ?
COME SI PENSA DI INVESTIRE SUL PERSONALE DELLA SCUOLA, OGGI SOTTOPOSTO A UNA SELVAGGIA MOBILITA’ ?
COME SI PENSA E CON QUALI RISORSE SI INTENDE RINNOVARE IL CONTRATTO DELLA SCUOLA ? E SOPRATTUTTO QUANDO ?
OGNI PROCESSO DI CAMBIAMENTO, OGNI PROCESSO CHE TENDE A MIGLIORARE IL PROFILO PROFESSIONALE DI QUALSIASI LAVORATORE, DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA RICONOSCIMENTI A CARATTERE PROFESSIONALE ED ECONOMICO, ALTRIMENTI CI TROVEREMO DI FRONTE A INIZIATIVE CHE SARANNO AVVERTITE COME UN PESO, UN ULTERIORE AGGRAVIO DI LAVORO, E CHE PRODURRA’ SOLO RIFIUTO E FALLIMENTO DEL PIANO CON OVVI RIFLESSI NEGATIVI SULLA STESSA PROFESSIONALITA’ DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E CON SPERPERO DI DENARO PUBBLICO.
LA SCUOLA, IL SISTEMA SCOLASTICO E GLI STUDENTI (DESTINATARI PRIVILEGIATI DI UN NUOVO PROFILO PROFESSIONALE DEL DOCENTE COSTANTEMENTE AGGIORNATO E FORMATO) NON RICEVERANNO ALCUN GIOVAMENTO, MA SI TROVERANNO DI FRONTE ANCORA DOCENTI DEMOTIVATI, ANCOR PIU’ “ARRABBIATI” PER QUANTO ANCORA SI CHIEDE SENZA INVESTIRE SULLA PROFESSIONE E SUL TRATTAMENTO ECONOMICO.
CARA MINISTRA, I MATRIMONI NON SI FANNO CON I FICHI SECCHI