La conferma di come il Ministero dell’Università e quello dell’Istruzione e del Merito viaggino su strade diverse la si è avuta con la pubblicazione da parte del MUR del Decreto 583 del 29 marzo 2024.
Con tale decreto, il Ministero dell’Università ha autorizzato le Università a disporre la pubblicazione dei bandi per l’accesso ai percorsi abilitanti per il conseguimento del titolo di sostegno, cosiddetto TFA SOSTEGNO IX CICLO.
In detto decreto, inoltre, il Ministero dell’Università ha anche stabilito i titoli di accesso per produrre domande per la scuola secondaria.
Premesso quanto innanzi, il provvedimento ha richiesto il possesso dell’eventuale abilitazione per classe di concorso o altro ordine e grado di scuola (infanzia/primaria) o, in alternativa, il titolo di studio e il possesso dei 24 cfu – ai sensi dell’art.5 del D.L.vo 59/2017.
Senonchè, il dicastero dell’Università, non essendo in “collegamento” con il MIM (??) o non essendo a conoscenza (cosa ancora più grave) del fatto che il D.L. 36/2022 convertito nella legge n. 79/2022 ha modificato i titoli di accesso alle classi di concorso per la scuola secondaria con l’abolizione del possesso dei 24 cfu, stabilendo che occorre la laurea e abilitazione, ha pubblicato un decreto che prende a base una normativa, quale quella del D.L.59/2017 di fatto superata.
Ma, a questo punto, evidenziamo che i corsi per il conseguimento dell’abilitazione (da 30, 36 o 60 cfu) non sono stati ancora attivati e quelli solo da 30 cfu (fra l’altro riservati a chi è già abilitato) sono ancora in svolgimento, per cui la richiesta per accedere al IX CICLO DEL TFA DI SOSTEGNO non può prevedere la laurea e i 24 cfu proprio perchè la normativa di cui all’art.5 del D.L. 59/2017 è stata superata dalla legge 79/2022 e i corsi di abilitazione non sono stati ancora attivati.
A quanto detto, si aggiunge che proprio in virtù della modifica normativa, per l’accesso alle prossime graduatorie di istituto (GPS) non sono più richiesti i 24 CFU.
Nel frattempo, le Università stanno emanando i bandi tenendo conto del D.M. 53/2024 per cui si ravvisa l’estrema urgenza che il Ministero dell’Università si “informi” meglio delle norme che nel tempo si succedono in materia scolastica e chieda al Ministero dell’Istruzione “lumi”.
A questo punto, riteniamo che si debba procedere alla rettifica del D.M. e, per l’effetto, correggere anche i bandi delle Università che hanno provveduto già ad emanarli. La conseguenza potrebbe essere lo spostamento anche delle date di effettuazione delle prove preselettive.